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U14M: Le marmotte, i guerrieri ed il rispetto per l’avversario

Don Bosco-Interclub Muggia 60-68
Interclub: Novel 2, Bernich 8, Tonut 15, Rabar 5, Ignjatovic 7, Lavince 16, Cappiello 9, Apostoli 6. All. Gardin, Manuelli
Don Bosco: Devetak, Travisan, Convertino 4, Milosavljevic 7, Venier 14, Bressan 3, Beltrami 3, Dudine 14, Covelli 4, Esposito 11, Poletti. All. Buna
Ripartiamo dalla frase con cui ci eravamo lasciati, al termine della bella prestazione contro il BasketTrieste: “Se questo sarà il nostro livello di gioco, gli avversari sono avvisati.”
Eh no, non è quello il nostro livello di gioco. Perché di tutti i difetti che può avere una squadra, noi non ci siamo tolti di dosso il peggiore: fare la tara a chi ci sta di fronte. Perché, per dirla con Jannacci, Quelli che… se abbiamo messo in difficoltà il BasketTrieste, non avremo alcun problema con l’ultima in classifica. Senza accorgersi che così si manca di rispetto a chi entra in campo, si allena e suda esattamente come noi, anche se la casella dei punti è deficitaria e non racconta dell’impegno comunque profuso. Senza sottolineare poi che così facendo (e giocando) si rischia fortemente di perdere, come l’andamento dell’incontro ha raccontato nel migliore dei modi.
E se il primo quarto, pur giocato al piccolo trotto, ha dimostrato che i nostri ragazzi giocano una buona e proficua pallacanestro (15-7 il parziale), è stato il secondo a dare importanti segnali circa la giornata particolarmente pigra dei muggesani (eccole, le marmotte del titolo). Palle perse, tiri velleitari, azioni farraginose e senza costrutto, superficialità. Il Don Bosco, con un gioco semplice e lineare, ha approfittato della nostra pigrizia ed ha costruito una bella rimonta, arrivando di giustezza al -4 alla sirena, con una rimessa direttamente nel pitturato che ha prodotto il 14-18 (29-25) al riposo, imbufalendo coach Gardin.
Il fervorino in spogliatoio deve aver prodotto qualche risultato, se al rientro, per qualche breve minuto, si è rivista la buona Interclub della partita precedente, con la palla in movimento a velocità più ragionevoli e qualche accenno di pressione in difesa. Niente però che contribuisca a creare un break importante, tanto che all’ultimo riposo il parziale di frazione è a nostro favore solo di due punti (20-18, totale 49-43).
Inizio di quarto periodo con le marmotte a fischiare in campo ed il Don Bosco a premere sul pedale dell’acceleratore. Coach Gardin chiama timeout, ed il tabellone mostra ciò che non vorremmo: 53-52, sorpasso. Per fortuna, basta farlo notare ai giocatori per generare una reazione immediata. I cinque in campo ritornano ad essere i guerrieri – finalmente – che i tifosi al seguito sono abituati a vedere. Le palle recuperate non si contano, riusciamo addirittura a prevalere nei rimbalzi offensivi (!) e torniamo in testa con un ampio vantaggio. Il Don Bosco non ha l’uomo in più per scardinare la nostra difesa, cerca di ridurre il divario, ma ribattiamo ad ogni canestro. Il finale è convulso, ma la mano dalla lunetta non trema (non tanto, almeno) e la sirena finale suona con l’Interclub che va a vincere 68-60, ultimo parziale 19-17.
Si può prevalere anche giocando come si sa per cinque minuti su quaranta, ma non sarà mai una bella vittoria. Detto questo, possiamo però evidenziare con soddisfazione la bella prova di Lavince, sempre più leader convincente (16 e ben 14 rimbalzi) ed i 15 (con 6 assist e 6 recuperi) di Tonut, il quale però ha abusato di creatività quando serviva solo ordine. Cappiello solido, ma un po’ sottotono in quanto a grinta, così come Apostoli, che ha sì 10 rimbalzi, ma una pericolosa tendenza a tirare verso il ferro ogni palla in attacco. E i passaggi? Novel un po’ timido, ma consistente al momento decisivo. Ignjatovic presentissimo e glaciale nel finale di partita, quando contava la lucidità. E, dulcis in fundo, Bernich tuttofare su entrambi i lati del campo (8 punti, 7 recuperi, 7 assist, 5 falli subiti) ed un Rabar pazzesco nella quarta frazione, dove ha spaccato la partita con una bomba, due rimbalzi e un recupero decisivo.
E’ appena ovvio che la prossima partita, domenica in casa con l’Azzurra, richiederà ben altro atteggiamento. Cinematograficamente parlando, il nostro personalissimo “giorno della marmotta” lo abbiamo vissuto oggi, speriamo che dalla prossima ricomincino le riprese de “i mastini della guerra”.

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